Pubblicato da: Maria Lisi

Ascoltano la parola di Dio e la osservano! SABATO 10 OTTOBRE 2020

SABATO 10 OTTOBRE (Lc 11,27-28)

Ascoltare la Parola di Dio e metterla in pratica è tutto per un uomo. La sua salvezza è nell’obbedienza alla volontà del suo Dio e Signore. La volontà di Dio è interamente manifestata nella Parola. Ecco l’insegnamento che viene a noi dalla Lettera agli Ebrei. Oggi la Parola di Dio è data a noi per mezzo di Cristo Gesù: “Dio, che molte volte e in diversi modi nei tempi antichi aveva parlato ai padri per mezzo dei profeti, ultimamente, in questi giorni, ha parlato a noi per mezzo del Figlio, che ha stabilito erede di tutte le cose e mediante il quale ha fatto anche il mondo. Egli è irradiazione della sua gloria e impronta della sua sostanza, e tutto sostiene con la sua parola potente. Dopo aver compiuto la purificazione dei peccati, sedette alla destra della maestà nell’alto dei cieli, divenuto tanto superiore agli angeli quanto più eccellente del loro è il nome che ha ereditato” (Eb 1,1-4). Ogni profeta trova il suo compimento in Cristo. Non si ascolta Cristo, non si ascolta la pienezza della verità. Ogni parola dei profeti è parziale. Cristo Gesù è la Parola che dona verità e compimento ad ogni parola parziale detta prima.

Se Cristo è la Parola piena, perfetta, completa, portata a compimento, essa va ascoltata, perché da essa è la salvezza. Ecco l’invito a noi rivolto sempre dalla Lettera agli Ebrei: “Cristo, invece, lo fu come figlio, posto sopra la sua casa. E la sua casa siamo noi, se conserviamo la libertà e la speranza di cui ci vantiamo. Per questo, come dice lo Spirito Santo: Oggi, se udite la sua voce, non indurite i vostri cuori come nel giorno della ribellione, il giorno della tentazione nel deserto, dove mi tentarono i vostri padri mettendomi alla prova, pur avendo visto per quarant’anni le mie opere. Perciò mi disgustai di quella generazione e dissi: hanno sempre il cuore sviato. Non hanno conosciuto le mie vie. Così ho giurato nella mia ira: non entreranno nel mio riposo. Badate, fratelli, che non si trovi in nessuno di voi un cuore perverso e senza fede che si allontani dal Dio vivente. Esortatevi piuttosto a vicenda ogni giorno, finché dura questo oggi, perché nessuno di voi si ostini, sedotto dal peccato. Siamo infatti diventati partecipi di Cristo, a condizione di mantenere salda fino alla fine la fiducia che abbiamo avuto fin dall’inizio. Quando si dice: Oggi, se udite la sua voce, non indurite i vostri cuori come nel giorno della ribellione, chi furono quelli che, dopo aver udito la sua voce, si ribellarono? Non furono tutti quelli che erano usciti dall’Egitto sotto la guida di Mosè? E chi furono coloro di cui si è disgustato per quarant’anni? Non furono quelli che avevano peccato e poi caddero cadaveri nel deserto? E a chi giurò che non sarebbero entrati nel suo riposo, se non a quelli che non avevano creduto? E noi vediamo che non poterono entrarvi a causa della loro mancanza di fede” (Eb 3,6-19). Se Cristo Gesù, Parola del Padre piena, perfetta, compiuta, realizzata, non viene ascoltato, a Lui non si obbedisce, si rimane fuori della salvezza. A nulla serve essere parenti di Cristo secondo la carne e anche secondo i sacramenti, se non lo si diviene anche per obbedienza alla sua Parola. La salvezza è dall’ascolto e dall’obbedienza.

In quel tempo, mentre Gesù parlava, una donna dalla folla alzò la voce e gli disse: «Beato il grembo che ti ha portato e il seno che ti ha allattato!». Ma egli disse: «Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano!».

Gesù non rinnega la parentela secondo la carne. Dice solamente che questa parentela non è salvezza. Poiché Lui è venuto per la vera salvezza, urge passare dalla parentela secondo la carne alla parentela secondo lo Spirito. Quando è vera parentela secondo lo Spirito? Quando si ascolta la Parola di Dio, la sua Parola, e la si mette in pratica. Questa verità vale anche per la parentela secondo i sacramenti. Ogni sacramento ci unisce a Cristo con una sua particolate configurazione. A nulla serve, sempre per la vera salvezza, la configurazione sacramentale, se poi manca la conformazione per obbedienza alla Parola. Gesù è gradito al Padre, il Padre si compiace di Lui, non per la parentela eterna, ma per la parentela di obbedienza. Lui si è fatto obbediente al Padre fino alla morte di croce. Questa parentela di purissima obbedienza ci salva e produce salvezza. È verità che mai va dimenticata. Essa va sempre insegnata.

Madre di Dio, Angeli, Santi, fateci veri parenti di Gesù per obbedienza alla sua Parola.

Commento al Vangelo estratto dai Homily Voice. – Mons. Costantino Di Bruno

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