Pubblicato da: Michele Festa

In verità io vi dico: non vi conosco VENERDÌ 28 AGOSTO 2020


VENERDÌ 28 AGOSTO (Mt 25,1-13)

Gesù sul monte pronuncia il suo Discorso di salvezza eterna. Esso così termina: “Entrate per la porta stretta, perché larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione, e molti sono quelli che vi entrano. Quanto stretta è la porta e angusta la via che conduce alla vita, e pochi sono quelli che la trovano!Non chiunque mi dice: “Signore, Signore”, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. In quel giorno molti mi diranno: “Signore, Signore, non abbiamoforse profetato nel tuo nome? E nel tuo nome non abbiamo forse scacciato demòni? E nel tuo nome non abbiamo forse compiuto molti prodigi?”. Ma allora io dichiarerò loro: “Non vi ho mai conosciuti. Allontanatevi da me, voi che operate l’iniquità!”.Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, sarà simile a un uomo saggio, che ha costruito la sua casa sulla roccia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ma essa non cadde, perché era fondata sulla roccia. Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, sarà simile a un uomo stolto, che ha costruito la sua casa sulla sabbia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde e la sua rovina fu grande» (Mt 7,12-14.21-27). Gesù scende dal monte. Mostra come la sua Parola va vissuta in ogni sua parte. Come termina il suo ammaestramento? Con due parabole e la narrazione del giudizio universale. Entrano nel regno eterno di Dio quanti hanno obbedito alla sua Parola e hanno prodotto frutti di fede, verità, misericordia, pietà, elemosina, consolazione, bontà. Quanti non hanno prodotto frutti, da Gesù non sono riconosciuti. Rimangono fuori, nelle tenebre, nel fuoco eterno.

Il giudizio alla fine della vita non è verità di Cristo Gesù, ma è purissima verità del Padre e dello Spirito Santo e attraverso tutta la Scrittura, dalla Genesi all’Apocalisse. Chi dichiara non vero il giudizio eterno di Cristo, chi afferma che alla fine vi sarà solo il Paradiso, chi esclude la dannazione eterna, è un falso profeta. Non parla secondo la verità di Dio. Dice falsa testimonianza. Nomina invano il nome di Dio. Sono questi peccati offesa gravissima contro il Signore Dio nostro. Non perché diciamo il falso. Ma perché lo diciamo avvalendoci del suo nome, della sua autorità, della sua rivelazione. Oggi il mondo cristiano dice parole che sono in netta opposizione, forte contrasto, evidente contraddizione con il Vangelo, la verità dello Spirito Santo, la sana dottrina. Insegnamento eammaestramento sono falsi perché non rispettano il dettato evangelico. Gesù dice “Non vi conosco”. Noi diciamo invece che Lui conoscerà come suo ogni uomo e lo accoglierà nel suo regno eterno. La sua Parola non è la nostra. La nostra parola non è la sua. Almeno avessimo l’onestà di parlare in nome nostro. Sarebbe grande rispetto per Gesù e alta dignità per ogni uomo. Tutti potrebbero fare la distinzione tra la Parola di Gesù e la nostra e scegliere con santo discernimento.

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: «Il regno dei cieli sarà simile a dieci vergini che presero le loro lampade e uscirono incontro allo sposo. Cinque di esse erano stolte e cinque sagge; lestolte presero le loro lampade, ma non presero con sé l’olio; le sagge invece, insieme alle loro lampade, presero anche l’olio in piccoli vasi. Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e si addormentarono. A mezzanotte si alzò un grido: “Ecco lo sposo! Andategli incontro!”. Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade. Le stolte dissero alle sagge: “Dateci un po’ del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono”. Le sagge risposero: “No, perché non venga a mancare a noi e a voi; andatepiuttosto dai venditori e compratevene”. Ora, mentre quelle andavano a comprare l’olio, arrivò lo sposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa. Più tardi arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a dire: “Signore, signore, aprici!”. Ma egli rispose: “In verità io vi dico: non vi conosco”. Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora».

Il frutto che Gesù chiede ad ogni suo discepolo è quello dell’obbedienza ad ogni sua Parola. Nessuna altra cosa è chiesta al cristiano, se non di obbedire alla Parola che gli è stata data. La lampada del cristiano è il Vangelo ed esso deve brillare nella sua vita. Il Vangelo vissuto è la luce con la quale il cristiano deve illuminare il mondo.

Madre di Dio, Angeli, Santi, fateci luce evangelica in Gesù, luce del Padre sulla terra.

Si ringrazia per la concessione movimentoapostolico.it

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