Pubblicato da: Maria Lisi

Non sapeva che cosa pensare GIOVEDÌ 24 SETTEMBRE 2020


GIOVEDÌ 24 SETTEMBRE (Lc 9,7-9)

Quando un uomo vive nell’idolatria, nell’ingiustizia, nella trasgressione dei Comandamenti, nell’immoralità, passa dalla luce nelle tenebre. La sua mente si oscura. Il suo cuore diviene di pietra, i suoi pensieri vengono allontanati dalla sorgente della sapienza e della verità. Manca di ogni vera conoscenza del divino e del soprannaturale. Si è consumati dall’empietà e questa conduce a dichiarare la non esistenza dello stesso Signore e Creatore dell’uomo e dell’universo. Il Salmo così dice dell’empio: “Il malvagio si vanta dei suoi desideri, l’avido benedice se stesso. Nel suo orgoglio il malvagio disprezza il Signore: «Dio non ne chiede conto, non esiste!»; questo è tutto il suo pensiero. Le sue vie vanno sempre a buon fine, troppo in alto per lui sono i tuoi giudizi:       con un soffio spazza via i suoi avversari. Egli pensa: «Non sarò mai scosso, vivrò sempre senza sventure». Di spergiuri, di frodi e d’inganni ha piena la bocca, sulla sua lingua sono cattiveria e prepotenza. Sta in agguato dietro le siepi, dai nascondigli uccide l’innocente. I suoi occhi spiano il misero, sta in agguato di nascosto come un leone nel covo. Sta in agguato per ghermire il povero, ghermisce il povero attirandolo nella rete. Si piega e si acquatta, cadono i miseri sotto i suoi artigli. Egli pensa: «Dio dimentica, nasconde il volto, non vede più nulla»” (Sal 10 (9) 3-11).

Dalle tenebre, dall’empietà, dall’idolatria, si fa solo professione di menzogna e di falsità: “Lo stolto pensa: «Dio non c’è». Sono corrotti, fanno cose abominevoli: non c’è chi agisca bene. Dio dal cielo si china sui figli dell’uomo per vedere se c’è un uomo saggio, uno che cerchi Dio. Sono tutti traviati, tutti corrotti; non c’è chi agisca bene, neppure uno. Non impareranno dunque tutti i malfattori che divorano il mio popolo come il pane e non invocano Dio? Ecco, hanno tremato di spavento là dove non c’era da tremare. Sì, Dio ha disperso le ossa degli aggressori, sono confusi perché Dio li ha respinti. Chi manderà da Sion la salvezza d’Israele? Quando Dio ristabilirà la sorte del suo popolo, esulterà Giacobbe e gioirà Israele” (Sal 53 (52) 1-7). Dalla sua empietà, stoltezza, immoralità mai Erode potrà pervenire alla vera conoscenza di Cristo Gesù. Vorrebbe vedere Gesù, ma anche se lo vedesse non lo potrebbe riconoscere.

Infatti, quando il Signore gli concede la grazia di vedere il suo Figlio Unigenito, sa solo deriderlo e farlo deridere, schernirlo e farlo schernire: “Pilato disse ai capi dei sacerdoti e alla folla: «Non trovo in quest’uomo alcun motivo di condanna». Ma essi insistevano dicendo: «Costui solleva il popolo, insegnando per tutta la Giudea, dopo aver cominciato dalla Galilea, fino a qui». Udito ciò, Pilato domandò se quell’uomo era Galileo e, saputo che stava sotto l’autorità di Erode, lo rinviò a Erode, che in quei giorni si trovava anch’egli a Gerusalemme. Vedendo Gesù, Erode si rallegrò molto. Da molto tempo infatti desiderava vederlo, per averne sentito parlare, e sperava di vedere qualche miracolo fatto da lui. Lo interrogò, facendogli molte domande, ma egli non gli rispose nulla. Erano presenti anche i capi dei sacerdoti e gli scribi, e insistevano nell’accusarlo. Allora anche Erode, con i suoi soldati, lo insultò, si fece beffe di lui, gli mise addosso una splendida veste e lo rimandò a Pilato. In quel giorno Erode e Pilato diventarono amici tra loro; prima infatti tra loro vi era stata inimicizia” (Lc 23,4-12). Disprezzare la grazia è vera attività dello stolto, dell’insipiente, del malvagio.

In quel tempo, il tetrarca Erode sentì parlare di tutti questi avvenimenti e non sapeva che cosa pensare, perché alcuni dicevano: «Giovanni è risorto dai morti», altri: «È apparso Elia», e altri ancora: «È risorto uno degli antichi profeti». Ma Erode diceva: «Giovanni, l’ho fatto decapitare io; chi è dunque costui, del quale sento dire queste cose?». E cercava di vederlo.

La conoscenza vera di Cristo Gesù è possibile solo per rivelazione, per grazia. La luce divina mai potrà scendere in un cuore nel quale abita il peccato. Prima ci si deve liberare dal male, abbandonando l’empietà. Poi ogni luce di verità, scienza, sapienza, intelligenza, potrà scendere nel cuore per illuminare di conoscenza soprannaturale la nostra vita. Sempre dobbiamo ricordarci che nel cuore dell’empio sentenzia e parla il peccato. La parola del peccato viene da Satana, non certo dallo Spirito del Signore.

Madre di Dio, Angeli, Santi, otteneteci la liberazione da ogni tenebra e oscurità.

Si ringrazia per la concessione movimentoapostolico.it

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