Pubblicato da: Maria Lisi

Tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze DOMENICA 11 OTTOBRE 2020

DOMENICA 11 OTTOBRE (Mt 22,1-14)

Nella sala della salvezza si entra attraverso la fede in Cristo Gesù. È via necessaria sia per i Giudei che per i pagani. Così l’Apostolo Paolo annunzia questa verità, partendo dalla storia del rifiuto del suo popolo: “Non voglio infatti che ignoriate, fratelli, questo mistero, perché non siate presuntuosi: l’ostinazione di una parte d’Israele è in atto fino a quando non saranno entrate tutte quante le genti. Allora tutto Israele sarà salvato, come sta scritto: Da Sion uscirà il liberatore, egli toglierà l’empietà da Giacobbe. Sarà questa la mia alleanza con loro quando distruggerò i loro peccati. Quanto al Vangelo, essi sono nemici, per vostro vantaggio; ma quanto alla scelta di Dio, essi sono amati, a causa dei padri, infatti i doni e la chiamata di Dio sono irrevocabili! Come voi un tempo siete stati disobbedienti a Dio e ora avete ottenuto misericordia a motivo della loro disobbedienza, così anch’essi ora sono diventati disobbedienti a motivo della misericordia da voi ricevuta, perché anch’essi ottengano misericordia. Dio infatti ha rinchiuso tutti nella disobbedienza, per essere misericordioso verso tutti! O profondità della ricchezza, della sapienza e della conoscenza di Dio! Quanto insondabili sono i suoi giudizi e inaccessibili le sue vie! Infatti, chi mai ha conosciuto il pensiero del Signore? O chi mai è stato suo consigliere? O chi gli ha dato qualcosa per primo tanto da riceverne il contraccambio? Poiché da lui, per mezzo di lui e per lui sono tutte le cose. A lui la gloria nei secoli. Amen” (Rm 11,25-36). Ogni uomo, a qualsiasi popolo appartenga, sarà salvato per la fede nel nome di Gesù il Nazareno. È verità universale.

L’Apostolo Giovanni invece non parte dalla storia, ma dal cuore del Padre e dal suo amore. Il suo Figlio Unigenito, il Verbo fattosi carne, è il dono di Dio, per la salvezza del mondo. Il dono però va accolto nella fede: “Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio. E il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno amato più le tenebre che la luce, perché le loro opere erano malvagie. Chiunque infatti fa il male, odia la luce, e non viene alla luce perché le sue opere non vengano riprovate. Invece chi fa la verità viene verso la luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio” (Gv 3,16-21). Senza il passaggio a Cristo Gesù nella fede, non c’è salvezza. Il mondo è nella morte a causa del peccato dal quale è governato.

In quel tempo, Gesù, riprese a parlare con parabole [ai capi dei sacerdoti e ai farisei] e disse: «Il regno dei cieli è simile a un re, che fece una festa di nozze per suo figlio. Egli mandò i suoi servi a chiamare gli invitati alle nozze, ma questi non volevano venire. Mandò di nuovo altri servi con quest’ordine: Dite agli invitati: “Ecco, ho preparato il mio pranzo; i miei buoi e gli animali ingrassati sono già uccisi e tutto è pronto; venite alle nozze!”. Ma quelli non se ne curarono e andarono chi al proprio campo, chi ai propri affari; altri poi presero i suoi servi, li insultarono e li uccisero. Allora il re si indignò: mandò le sue truppe, fece uccidere quegli assassini e diede alle fiamme la loro città. Poi disse ai suoi servi: “La festa di nozze è pronta, ma gli invitati non erano degni; andate ora ai crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze”. Usciti per le strade, quei servi radunarono tutti quelli che trovarono, cattivi e buoni, e la sala delle nozze si riempì di commensali. Il re entrò per vedere i commensali e lì scorse un uomo che non indossava l’abito nuziale. Gli disse: “Amico, come mai sei entrato qui senza l’abito nuziale?”. Quello ammutolì. Allora il re ordinò ai servi: “Legatelo mani e piedi e gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti”. Perché molti sono chiamati, ma pochi eletti».

La Parabola rivela che l’invito va rivolto a tutti. Invitare è volontà di Dio, non è scelta del servo. Si può rispondere no. Si rimane fuori dalla salvezza. Chi risponde sì, deve osservare le regole della fede. Non può entrare nella casa della salvezza con l’abito del peccato, vi deve entrare con la veste della grazia. Se al momento della morte non si entra nell’eternità con l’abito della grazia, non ci sarà posto nella sala del convito eterno. Oggi si predica una salvezza sia senza fede in Cristo sia senza abito nuziale.

Madre di Dio, Angeli, Santi, fate che i cristiani tornino alla purezza della fede in Cristo.

Commento al Vangelo estratto dai Homily Voice. – Mons. Costantino Di Bruno

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