Tutto è stato dato a me dal Padre mio SABATO 3 OTTOBRE OTTOBRE 2020
SABATO 3 OTTOBRE (Lc 10,17-14)
Gesù è il plenipotenziario del Padre. Il Padre a Lui ha dato ogni potere. Tutto opera e tutto governa per mezzo del Figlio suo Unigenito. Il Nuovo Testamento è questa verità. Si toglie questa verità dal Testo Sacro, esso diviene una menzognera favola. Possiamo, nella nostra stoltezza, non credere. Mai possiamo dire che il Testo Sacro dice altro di ciò che è scritto in esso. Basta leggere solo qualche versetto del Prologo del Quarto Vangelo e questa verità emerge in tutto il suo splendore: “In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Egli era, in principio, presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste. In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; la luce splende nelle tenebre e le tenebre non l’hanno vinta. E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come del Figlio unigenito che viene dal Padre, pieno di grazia e di verità. Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto: grazia su grazia. Dio, nessuno lo ha mai visto: il Figlio unigenito, che è Dio ed è nel seno del Padre, è lui che lo ha rivelato” (Cfr. Gv 1,1-18). Dire, pensare, affermare, attestare, insegnare, dichiarare altro di ciò che è scritto nel Testo Sacro è disonestà spirituale e morale. Uno può anche non credere, mai però dire ciò che il Testo non dice.
Se Gesù dice che: “Tutto è stato dato a me dal Padre mio e nessuno sa chi è il Figlio se non il Padre, né chi è il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo”, perché noi affermiamo che non c’è alcun bisogno di passare per Cristo per conoscere Dio? È vero. Senza Cristo possiamo conoscere Dio, ma cosa possiamo conoscere? Ce lo rivela il Libro della Sapienza: “Davvero vani per natura tutti gli uomini che vivevano nell’ignoranza di Dio, e dai beni visibili non furono capaci di riconoscere colui che è, né, esaminandone le opere, riconobbero l’artefice. Ma o il fuoco o il vento o l’aria veloce, la volta stellata o l’acqua impetuosa o le luci del cielo essi considerarono come dèi, reggitori del mondo. Se, affascinati dalla loro bellezza, li hanno presi per dèi, pensino quanto è superiore il loro sovrano, perché li ha creati colui che è principio e autore della bellezza. Se sono colpiti da stupore per la loro potenza ed energia, pensino da ciò quanto è più potente colui che li ha formati. Difatti dalla grandezza e bellezza delle creature per analogia si contempla il loro autore” (Sap 13,1-5). Il mistero della Beata Trinità, dell’Incarnazione, della vera salvezza, della vita eterna si può conoscere solo per Cristo, in Cristo, con Cristo e si può vivere solo divenendo con Lui un solo corpo, una sola vita. Corpo del suo corpo, vita della sua vita, cuore del suo cuore, anima della sua anima, essenza della sua essenza. L’onestà ci obbliga.
In quel tempo, i settantadue tornarono pieni di gioia, dicendo: «Signore, anche i demòni si sottomettono a noi nel tuo nome». Egli disse loro: «Vedevo Satana cadere dal cielo come una folgore. Ecco, io vi ho dato il potere di camminare sopra serpenti e scorpioni e sopra tutta la potenza del nemico: nulla potrà danneggiarvi. Non rallegratevi però perché i demòni si sottomettono a voi; rallegratevi piuttosto perché i vostri nomi sono scritti nei cieli». In quella stessa ora Gesù esultò di gioia nello Spirito Santo e disse: «Ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio e nessuno sa chi è il Figlio se non il Padre, né chi è il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo». E, rivolto ai discepoli, in disparte, disse: «Beati gli occhi che vedono ciò che voi vedete. Io vi dico che molti profeti e re hanno voluto vedere ciò che voi guardate, ma non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, ma non lo ascoltarono».
Urge ritornare alle sorgenti della verità, che non è una sola, ma due. Si deve tornare alla sorgente della Parola della Scrittura e alla sorgente dello Spirito Santo, che deve far risuonare al nostro orecchio e scrivere nel nostro cuore la verità della Parola sempre pura, santa, immacolata, priva di ogni errore, falsità, eresia, menzogna. Quando le sorgenti della verità vengono abbandonate, sulla terra si oscura il sole della vera conoscenza di Cristo. Oscurata la conoscenza di Cristo, anche la conoscenza dell’uomo viene oscurata. Restano solo le tenebre dell’idolatria e dell’immoralità.
Madre di Dio, Angeli, Santi, fate che mai abbandoniamo le sorgenti della divina verità.
Commento al Vangelo estratto dai Homily Voice. – Mons. Costantino Di Bruno
Lascia un commento