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Vangelo 10-04-2020 – Donna, ecco tuo figlio!

VENERDÌ SANTO 10 APRILE (Gv 18,1-19,42)

Dice Gesù del Padre suo: “Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio” (Gv 3,16-18). Di Gesù si deve dire: “Gesù ha tanto amato i suoi apostoli da dare la Madre suo come loro vera Madre”. Ma non basta dare la Madre, occorre anche dare lo Spirito Santo e la grazia dei sacramenti. Lo Spirito Santo viene dato perché nel seno mistico della Madre di Gesù, nel sacramento del Battesimo, nasciamo come veri figli di Maria per essere veri figli di Dio nel suo Figlio Cristo Gesù. La grazia viene data per crescere come veri figli di Maria e veri figli di Dio, abbondando di ogni buon frutto per la salvezza eterna: “Gesù allora, vedendo la madre e accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco tuo figlio!». Poi disse al discepolo: «Ecco tua madre!». E da quell’ora il discepolo l’accolse con sé”. “Ma uno dei soldati con una lancia gli colpì il fianco, e subito ne uscì sangue e acqua”. Questi grandissimi doni Gesù li ha lasciati alla sua Chiesa da Crocifisso e dopo che ha reso lo spirito al Padre suo. Ce li ha lasciati perché con essi noi divenissimo veri suoi discepoli. Chi è il discepolo vero di Gesù? Colui che dona al mondo intero, facendolo discepolo di Gesù, questi grandissimi doni ad esso fatti da Cristo dalla croce. Se questi doni non diventano la sua stessa vita, la sua verità, la sua giustizia, la sua grazia, il discepolo non è vero discepolo di Cristo Signore. Se questi doni non vengono dati al mondo intero, il discepolo attesta di non essere vero discepolo. Non vive come Cristo Gesù è vissuto. Non fa come Cristo Gesù ha fatto. Non dona la Madre sua agli uomini. Non versa per loro il sangue e l’acqua della loro rigenerazione, salvezza, redenzione.

I soldati poi, quando ebbero crocifisso Gesù, presero le sue vesti, ne fecero quattro parti – una per ciascun soldato –, e la tunica. Ma quella tunica era senza cuciture, tessuta tutta d’un pezzo da cima a fondo. Perciò dissero tra loro: «Non stracciamola, ma tiriamo a sorte a chi tocca». Così si compiva la Scrittura, che dice: «Si sono divisi tra loro le mie vesti e sulla mia tunica hanno gettato la sorte». E i soldati fecero così. Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria madre di Clèopa e Maria di Màgdala. Gesù allora, vedendo la madre e accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco tuo figlio!». Poi disse al discepolo: «Ecco tua madre!». E da quell’ora il discepolo l’accolse con sé. Dopo questo, Gesù, sapendo che ormai tutto era compiuto, affinché si compisse la Scrittura, disse: «Ho sete». Vi era lì un vaso pieno di aceto; posero perciò una spugna, imbevuta di aceto, in cima a una canna e gliela accostarono alla bocca. Dopo aver preso l’aceto, Gesù disse: «È compiuto!». E, chinato il capo, consegnò lo spirito. Era il giorno della Parascéve e i Giudei, perché i corpi non rimanessero sulla croce durante il sabato – era infatti un giorno solenne quel sabato –, chiesero a Pilato che fossero spezzate loro le gambe e fossero portati via. Vennero dunque i soldati e spezzarono le gambe all’uno e all’altro che erano stati crocifissi insieme con lui. Venuti però da Gesù, vedendo che era già morto, non gli spezzarono le gambe, ma uno dei soldati con una lancia gli colpì il fianco, e subito ne uscì sangue e acqua. Chi ha visto ne dà testimonianza e la sua testimonianza è vera; egli sa che dice il vero, perché anche voi crediate. Questo infatti avvenne perché si compisse la Scrittura: «Non gli sarà spezzato alcun osso». E un altro passo della Scrittura dice ancora: «Volgeranno lo sguardo a colui che hanno trafitto».

Il Vangelo è obbligo, non sentimento. È comando, non gusto. È obbedienza, non istinto. È servizio di vera salvezza universale, non lampada che si mette sotto il moggio. Il Vangelo è grido di salvezza che ogni uomo dovrà udire. Chi ama l’uomo gli fa udire il Vangelo della sua vita eterna. Chi lo odia, tace e fa silenzio. Gesù ha la Madre, dona la Madre. Ha lo Spirito, dona lo Spirito. Ha la grazia, dona la grazia. Ha la Parola, dona la Parola. Ha la vita eterna, dona la vita eterna. Chi ha, dona. Se il cristiano oggi non dona agli uomini né il Vangelo, né la Madre, né lo Spirito Santo, né Cristo Gesù, né il Padre, né la vita eterna, attesta che lui è privo di questi doni divini ed eterni. Ma se lui è privo, è segno che è incamminato sulla via della perdizione.

Madre di Dio, Angeli, Santi, colmateci di questi doni eterni per darli ad ogni uomo.

Si ringrazia per la concessione movimentoapostolico.it

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